Nata in Bregaglia e cresciuta a Losanna,
Léa Pool fa cinema in Canada

Alla recente Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia è stato presentato, in concorso, un solo film girato da una donna: À corps perdu (A corpo morto) di Léa Pool.

Léa Pool è nata nel 1950 a Soglio in Bregaglia, venne educata nella tradizione ebraica visto che il padre era ebreo e ha assunto il cognome della madre bregagliotta. All’età di sette anni si è trasferita con la famiglia a Losanna, dove ha frequentato tutte le scuole, dalla primaria alla magistrale. Già da bambina Léa ha dovuto vivere la difficile esperienza di essere «differente» dagli altri: attirata dal cinema, arrivata da un’altra regione, istruita secondo un’altra tradizione religiosa, chiamata con il cognome della madre.

Su domanda dei suoi scolari e con il consenso dei loro genitori, l’insegnante Léa organizza un lavoro di ricerca sulla sessualità, che viene poi pubblicato da un quotidiano, provocando un enorme scandalo pubblico. Questa esperienza la scoraggia. Il suo modo di lavorare e quello di pensare in particolare si scontrano ripetutamente a certe abitudini elvetiche, caratterizzate da continui richiami ad un ordine fine a sé stesso. Léa sopporta male questo ambiente e sogna di trovare altrove un clima intellettuale più stimolante, in cui il suo bisogno profondo di libertà creativa e di comunicazione possa essere appagato.

Nel 1975 gli eventi precipitano: morte del padre, che viene sepolto a Tel Aviv, e subito dopo abbandono della Svizzera. Léa parte alla volta del Canada, contenta di poter effettuare gli studi all’Università di Montréal. Si interessa di comunicazione di massa, con particolare attenzione al campo dell’audiovisivo. Nel 1979 realizza Strass café, un film a medio metraggio nella scia di Marguerite Duras, che riscontra successo a vari festival internazionali. La regista Léa trova così la necessaria fiducia in sé stessa e dirige dieci trasmissioni televisive su minoranze culturali. Poi passa al lungometraggio: La femme de l’Hôtel (del 1984), Anne Trister (1986), fortemente calcato sulla sua propria biografia, e À corps perdu. Léa Pool non ha ancora girato un capolavoro; i suoi film sono buoni e testimoniano comunque della sua profonda sincerità nell’esprimere anche i lati scomodi e repressi dei rapporti interpersonali. E questo non è poco!

Reto Kromer


La prima stesura uscì sui Quaderni grigionitaliani (Coira), vol. 57 n. 4 (ottobre 1988), pp. 379-380.

L’articolo venne poi ripreso da:

  • il lavoratore valtellinese (Sondrio, Italia), 30 novembre 1988
  • Agorà (Zurigo), 11 gennaio 1989
  • Radio Piz Corvatsch (St. Moritz), 23 gennaio 1992

2025-07-04