Ricostruzione del Cinegiornale svizzero 1923–1936

Quando si parla del Cinegiornale svizzero, la gente pensa comunemente a quello creato nel 1940, nella scia della cosiddetta Difesa nazionale spirituale, il quale chiuse i battenti nel 1975. Eppure troviamo già cinegiornali svizzeri all’epoca del muto.

Il primo numero del Ciné-Journal suisse uscì il 14 settembre 1923. Venne prodotto dall’Office cinématographique di Losanna, un’impresa di produzione e di distribuzione ufficialmente fondata l’anno successivo da Emile Taponnier, sua madre, Jacques Béranger e Arthur Porchet. Questa ditta riuscì a ottenere l’esclusiva per la Svizzera delle cineprese Debrie e della pellicola Planchon. Fu l’unica azienda cinematografica della Svizzera francese a essere duratura e non deficitaria durante il muto. Charles-Georges Duvanel divenne il principale cameraman del cinegiornale; si costituì una fitta rete di corrispondenti, per esempio da Basilea (Robert Rosenthal e Kurt Freckmann della Eos-Film), da Berna (Paul Schmid) o da Zurigo (Joseph Hackl della Turicia-Film). Queste attualità settimanali riscontrarono notevole successo, visto che negli anni d’oro erano abbonate più di cento sale sparse in tutto il paese e che la loro qualità venne premiata nel settembre 1924 a New York. Verso la fine degli anni venti il Ciné-Journal suisse venne affiancato da Les Actualités e da altre serie più effimere. Con l’avvento del sonoro la produzione passerà ai laboratori Films AAP e poi Cinégram, ambedue di Ginevra;1 ma non riuscirà a resistere alla concorrenza dei cinegiornali esteri e, dopo alcuni tentativi di salvataggio ai quali parteciperà pure la Eos-Film, il 27 marzo 1936 dovrà interrompere definitivamente la diffusione nazionale.2

Nelle rare ricerche che menzionano questa vicenda si nota come gli autori abbiano scopiazzato gli uni dagli altri. Si è così diffusa la credenza che non sia giunto fino a noi manco un fotogramma di questa cospicua produzione cinematografica.

Grazie a riviste e archivi cartacei ho tuttavia potuto ricostituire quasi integralmente l’elenco dei soggetti che costituivano i numeri settimanali3. E nell’ambito dell’inventariazione del cinema vodese4 ho visionato nella Cineteca svizzera parte delle immagini sopravvissute all’incuria e al tempo, constatando che varie bobine in nitrato di cellulosa hanno subìto danni fisici e si trovano in avanzata decomposizione chimica. A questo punto è entrata in scena l’associazione Memoriav, conferendomi l’incarico di compilare l’inventario delle bobine rintracciabili e di redigere un progetto di restauro, in vista dell’urgente trasferimento su un nuovo supporto fotografico. Da dicembre 1997 a giugno 1998 ho perciò analizzato 124 bobine (per un totale di quasi 20 000 metri di pellicola, pari a circa 12 ore di proiezione ininterrotta), allestendo per ognuna una scheda di visionatura con le seguenti informazioni:

  • riassunto del contenuto con l’elenco didascalie;
  • descrizione dello stato fisico e chimico della pellicola;
  • identificazione e datazione dei soggetti;
  • indice delle persone, dei luoghi e delle cose notevoli.

Questi dati agevoleranno l’accesso dei ricercatori e degli interessati alle nuove copie dei film, disponibili dopo il restauro. È prevista la pubblicazione di una monografia sull’argomento prima sotto forma di volume, poi in rete.

Reto Kromer


1
A titolo di curiosità segnalo che il 31 dicembre 1948 la Cinégram ha consacrato un numero speciale ai 25 anni del Cinegiornale svizzero, con il palese intento di affermare la continuità tra le due serie di cinegiornali che ha prodotto.
2
  • Alfred Masset: Rapport sur le Ciné-Journal Suisse, dattiloscritto, Ginevra 1937 [Cineteca svizzera, Losanna, fondo Cinégram, segnatura «1 B 63»]
  • Alfred Masset: Bericht über die Schweizer Wochenschau, dattiloscritto, Ginevra 1937 [Archivio federale, Berna, segnatura «E 3001 (A), –/5, Bd. 21»]
3
Una parte della banca dati è stata integrata nella filmografia svizzera.
4
AA.VV.: «Éléments d’inventaire d’un patrimoine cinématographique régional 1896–1939», in Revue historique vaudoise, Losanna 1996, pp. 199–239.

Questo testo è una sintesi di alcuni scritti sull’argomento, in particolare:

  • «Auguste Piccard sorvolò la Val Poschiavo», in Il Grigione Italiano (Poschiavo), 29 agosto 1996
  • «Ricostruzione del Cinegiornale svizzero 1923–1936», in Bulletin Memoriav (Berna), n. 4 (ottobre 1998)
  • Note di catalogo per Le Giornate del Cinema Muto, Sacile 12–19 ottobre 2002

2016-12-11